Veganuary

L’importanza di ridurre gli sprechi alimentari | I consigli di Zena Verde

Cos’è il veganuary e come possiamo ridurre gli sprechi alimentari. L’intervista alla dott.ssa Carolina Mantero per i consigli di Zena Verde.
25 Febbraio 2022
4 min
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Durante il mese di gennaio, come dal 2014 a questa parte, si è svolto il Veganuary. Questo evento nasce dall’omonima organizzazione senza scopo di lucro che incoraggia le persone di tutto il mondo a sperimentare la dieta vegana per tutto il mese di gennaio.

Le persone che accolgono la sfida si impegnano a modificare la loro dieta per il bene del pianeta, ricevendo suggerimenti per e-mail dal sito a cui ci si iscrive per partecipare. Durante la campagna del 2021, più di 500.000 persone hanno aderito all’iniziativa di provare una dieta vegana, mentre più di 825 nuovi prodotti vegani e opzioni di menù sono stati lanciati nei principali paesi in cui si svolgeva la campagna.

Gli obiettivi di Veganuary:

  1. Aumentare la partecipazione: ispirando le persone di tutto il mondo a provare la dieta vegana per il mese di gennaio, milioni di utenti hanno partecipato e si sono impegnati per modificare la propria dieta.
  1. Sensibilizzare le aziende: guidare il cambiamento aziendale attraverso il lavoro con marchi, ristoranti e supermercati è un punto fondamentale per apportare grossi cambiamenti nella società. Aiutando queste realtà a creare, lanciare e promuovere nuovi articoli vegani, Veganuary, come organizzazione, si pone come obiettivo quello di rendere maggiormente accessibili certi prodotti sul mercato. 
  1. Sensibilizzazione: sensibilizzare alla sofferenza degli animali negli allevamenti e al macello. Attraverso l’impegno dei media, strategie di marketing creativo e campagne di sensibilizzazione, si punta a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori, i quali, facendo precise scelte di prodotti specifici, sono in grado di influenzare i mercati.
  1. Far crescere il movimento globale: l’ultimo grande ambizioso obiettivo di Veganuary è quello di creare un movimento internazionale di massa, che intraprende azioni collettive per cambiare il mondo e renderlo più sostenibile.

La missione di Veganuary è dunque ispirare e sostenere le persone a provare la dieta vegana, guidando il cambiamento delle aziende e creando movimenti di massa globale che sostengono scelte alimentari compassionevoli, con l’obiettivo di porre fine allo sfruttamento animale, proteggere il pianeta e migliorare la salute umana.

Per ridurre l’impronta spesso dannosa dell’uomo sul pianeta, è necessario passare anche dall’alimentazione.

Nel 2020 il consumo di suolo dovuto a costruzioni residenziali e produttive si attesta intorno ai 5.000 ettari. Un numero comunque nettamente al di sotto degli oltre 20.000 ettari annui registrati nei decenni dal 1956 al 2006 monitorati dall’ISPRA.

L’agricoltura e gli allevamenti costituiscono il 7% delle emissioni di gas serra, ovvero circa 30 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente. La maggior parte delle emissioni, quasi l’80%, deriva dalle categorie di bestiame bovino e suino; tuttavia a questi numeri bisogna aggiungere un buon 15% dovuto dell’uso di fertilizzanti sintetici.

Inoltre, è bene ricordare che un eccessivo consumo di carne porta con sé ripercussioni dannose per la salute: ad esempio, alcuni studi prospettici hanno mostrato che nei Paesi occidentali ad alto reddito, i tassi di mortalità totale sono modestamente più alti nei consumatori di carne rossa. Uno degli effetti collaterali più noti e visibili di una dieta ricca di carne lavorata, è l’aumento del rischio di tumore del colon-retto

Risulta pertanto chiaro quanto l’impatto dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi possano influire sul nostro ambiente e sulla nostra salute, e quanto sia necessario essere sempre più consapevoli della provenienza dei prodotti che consumiamo quotidianamente.

Un altro obiettivo primario da raggiungere, di pari passo con il cambiamento della nostra dieta, è sicuramente ridurre gli sprechi alimentari

Nel 2019, anno pre-pandemia, sono state gettate nei bidoni dei rifiuti di famiglie, rivenditori, ristoranti e altri servizi alimentari, circa 931 milioni di tonnellate di cibo, per un peso equivalente di 23 milioni di camion da 40 tonnellate a pieno carico. 

A rilevare questi dati è una ricerca delle Nazioni Unite per sostenere gli sforzi globali volti a dimezzare gli sprechi entro il 2030. A livello globale, vengono gettati una media di 121 chilogrammi di cibo a testa l’anno, con 74 chilogrammi a livello familiare.

Uno spreco che ha sostanziali e inevitabili impatti ambientali, sociali ed economici. Secondo l’Onu, i consumatori oggi hanno bisogno di aiuto per ridurre gli sprechi a casa, a fronte di una situazione che vede 690 milioni di persone colpite dalla fame nel 2019 destinate ad aumentare.

I consigli di Zena Verde
Intervista alla Dott.ssa Dietista e Nutrizionista Carolina Mantero 

Quanto può essere considerata sana e bilanciata la dieta vegetariana? Mentre quella vegana?

La dieta vegetariana può essere considerata assolutamente bilanciata perché include tutte le fonti di carboidrati (cereali, tuberi), frutta e ortaggi, fonti di grassi (oli vegetali, frutta secca e semi oleosi) e gran parte delle fonti proteiche: tutte quelle vegetali (legumi) e quelle derivate dagli animali (uova, latticini e formaggi).

La dieta vegana, invece, escludendo tutte le proteine animali e derivate dagli animali (non solo quindi carne e pesce ma anche uova, latticini e formaggi) diventa bilanciata se strutturata accuratamente da un professionista e non improvvisata.

In entrambi i casi, dieta vegetariana e vegana, viene indicata l’integrazione della vitamina B12.

Che impatto può avere un’alimentazione improntata sulla dieta vegetariana su SCALA MONDIALE sul nostro pianeta?

Un’alimentazione vegetale su scala mondiale avrebbe un impatto enorme sul nostro pianeta.  La produzione di cibo è responsabile di una quota che va da un terzo a un quarto del totale di gas serra derivante dalle attività umane, soprattutto a causa degli allevamenti animali.

Circa il 70% di terre potenzialmente coltivabili è oggi usato per l’allevamento; se tutti fossimo vegetariani, sarebbe possibile convertire più dell’80% di queste aree a terreni agricoli, ricreando su di essi la vegetazione che contribuirebbe anche a sequestrare CO₂.

Se non si vuole rinunciare alla carne che consigli darebbe per un approccio più sostenibile?

Si può essere di gran lunga più sostenibili anche solo riducendo la frequenza di consumo di carni, pesce e prodotti derivanti dagli allevamenti di bovino (latticini e formaggi) e aumentando la frequenza di consumo di legumi, cereali, frutta e verdura.

Un altro accorgimento utile è preferire i prodotti stagionali e preferibilmente locali e, ovviamente, evitare gli sprechi alimentari.

Ha qualche piccolo consiglio low cost applicabile sull’alimentazione che può avere un impatto positivo sul nostro ambiente?

I cereali e i legumi sono tra gli alimenti in assoluto più economici. Ad essere più costosi sono i prodotti vegetali elaborati e confezionati (burger ed altri prodotti vegetali).

Prediligere legumi e uova biologiche come fonti proteiche costituisce un ottimo modo per introdurre fonti proteiche di buona qualità che consentono di essere più ecologici e risparmiare. Frutta e verdura inoltre sono importantissimi per il loro contenuto di vitamine, sali minerali e fibre; prediligere quelli stagionali consente di averne un consumo quotidiano sostenibile ecologicamente ed economicamente.

Immagine di copertina:
Foto di Edgar Castrejon


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Zena verde nasce dall’idea di due giovani donne genovesi Giulia e Marta. Con due percorsi formativi totalmente differenti, la prima in Comunicazione e Diritti Umani la seconda in Ingegneria Edile-Architettura. Unite dalla passione per il mare, per Genova e contro ogni forma di ingiustizia, decidono di dar vita a Zena Verde, che vuole essere una rubrica promotrice del cambiamento attraverso l’informazione e la scoperta di realtà locali, sostenitrici della nostra rivoluzione eco-sostenibile.

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