Vaccini Genova AstraZeneca e Jhonson & Jhonson

Vaccini: i giovani liguri cortesemente sacrificati

I giovani si vaccinano con le dosi scartate dai “più grandi”.
16 Giugno 2021
3 min
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Premessa: a scrivere questo articolo è una persona vaccinata con Vaxzevria, vaccino comunemente conosciuto col nome della sua casa produttrice: AstraZeneca, tramite l’apertura delle prenotazioni volontarie attuata per i vaccini a vettore adenovirale in Liguria.

Lunedì 24 maggio 2021 Regione Liguria apre a tutti i cittadini di età maggiore ai 18 anni la possibilità di accedere alla vaccinazione, su base volontaria, dei vaccini di AstraZeneca e Jhonson & Jhonson

In una notte circa 20’000 sono le prenotazioni effettuate, il sold out è stato pressoché immediato. Si può dunque essere ottimisti, esultare per la responsabilità dimostrata dai giovani. 

Ma “non è tutto oro quel che luccica”, recita un vecchio proverbio.

Esiste un problema: le dosi sopra citate non sono state rese disponibili per puro caso, ma sono gli scarti di chi, per svariate ragioni, le ha rifiutate.

Infatti, tra aprile e maggio il vaccino Vaxzevria è stato oggetto di acceso dibattito in ambito nazionale ed europeo. Dopo il “ping pong” (poco produttivo per l’opinione pubblica), all’interno del quale questo vaccino è stato consigliato a volte per alcune fasce di età e a volte per altre, l’AIFA è arrivata alla conclusione che fosse opportuno consigliarne la somministrazione esclusivamente alle persone maggiori di 60 anni.

I maggiori di 70 anni erano già stati in larga parte vaccinati o prenotati per dosi Pfitzer e Moderna, quindi la fascia anagrafica interessata è quella 60-69 anni.

Le persone di questa età hanno, in molte, legittimamente rifiutato le dosi di vaccini a vettore virale 2, a loro destinate poiché le reazioni avverse riguardano statisticamente persone di età inferiore. 

Un sacrificio reso necessario

I giovani liguri, quindi, hanno preso coraggio e, chi per senso del dovere, chi per voglia di tornare alla normalità, hanno prenotato la loro dose.

Tale dose non è proibita per gli under 60, ma solamente sconsigliata sulla base di dati scientifici e statistici. Dunque, l’atto dei giovani è stato, di fatto, un sacrificio reso necessario per sopperire la mancanza di volontà e realismo dei più anziani. 

Un giovane si vaccina consapevole del fatto che, seppur in rarissimi casi, potrebbero intervenire gravi reazioni avverse in grado di mettere a rischio addirittura la sua vita, mentre i più anziani continuano a rifiutare di vaccinarsi per il timore legittimo, ma scientificamente inconsistente, di controindicazioni estreme non sostenute dagli studi.

Grazie per il cortese elogio, ma “anche meno”.

Da giovane vaccinato Vaxzevria, a cui quindi le reazioni avverse non sono sconosciute, ringrazio per gli elogi che ci sono stati rivolti. Devo ammettere di aver provato un grande senso di riconoscimento leggendo articoli i quali, giustamente, hanno applaudito il nostro gesto, spesso però dimenticando di ricordarne la valenza sacrificale.

Nonostante ciò, non posso fare a meno di sottolineare la mancanza di rispetto da parte dei “grandi”, i quali hanno egoisticamente messo in atto un comportamento infantile e poco collettivista. 

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, rifiutare una soluzione scientificamente ritenuta sicura, per un timore inconsistente, vuol dire spostare le proprie irrazionali paure su altre persone, che (loro sì) avrebbero ragione di averne, seppur minime.

Detto questo, comprendo la perplessità di molti. Per questo non criticherò mai il singolo che rifiuta un vaccino come Vaxzevria che, a causa del comportamento di larga parte dei media e delle istituzioni, risulta in qualche modo ostracizzato. Ritengo però opportuno mettere in luce il problema sociale che è stato creato da una generazione impaurita, che si è risolto con la sola volontà degli under 60.

Problema che sarebbe rimasto aperto se questi ultimi non avessero agito dimostrando forza di volontà, fiducia nella scienza e partecipazione per il bene comune.

Se non ci fossimo messi in gioco noi, cosa sarebbe accaduto?

Se i giovani non si fossero resi disponibili alla somministrazione, si sarebbero buttate nella rumenta dosi di vaccini indispensabili a superare la situazione pandemica che stiamo vivendo. Non credo sarebbe stato opportuno. Sarebbe, anzi, stato vergognoso.

Ho grande stima per la generazione che sto attaccando, le battaglie sociali che ha portato avanti sono state importantissime, ma in questo momento ha fatto una pessima figura, dimostrando di venir meno a quella volontà di progresso, collettivismo e coraggio sociale di cui, in svariate occasioni nella storia, si è fatta portatrice.

Quindi, grazie per gli elogi al nostro sacrificio, ma avrei preferito che, chi poteva evitarcelo senza correre alcun rischio, si fosse assunto la responsabilità di farlo. 

Per approfondimenti sul vaccino Vaxzevria uscirà un altro articolo tra pochi giorni. Qui il collega Paolo Costa ne ripercorrerà accuratamente la storia, cercando di fare chiarezza sulle motivazioni politiche, sanitarie e mediatiche che hanno portato a uno dei risvolti più tragici di questa vicenda: la scomparsa della giovane genovese Camilla Canepa.

Immagine di copertina:
Hub vaccinale, Fiera di Genova. Foto di Andrea B.


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