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Beni di prima necessità? 5 vini sotto i 15 euro da Eataly

Cosa è un bene di prima necessità? I prodotti culturali sono beni necessari? Il vino è un prodotto culturale? C’è un solo modo per scoprirlo: si chiama learning by drinking. Ecco una breve guida.
4 Giugno 2020
2 min
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Terza puntata (link alle altre) della piccola guida all’acquisto dei migliori vini in circolazione: dopo la sbornia (hic sunt) digitale degli ultimi mesi questa volta torniamo alle enoteche dal vivo. Dove comprare vino a Genova? Cominciamo dalla risposta più facile: l’enoteca di Eataly.

1) Carned – Kerner Doc 2018 – Kaltern Kellerei – 13,90€. Partiamo con un bianco che dà il la a qualsiasi aperitivo. Kerner è il nome di un vitigno creato a Weinsberg, in Germania, intorno al 1930, da un incrocio di Trollinger e Riesling. Insomma un bianco di montagna che regala note esotiche al naso e una bella acidità al palato. Appunto, la classica partenza intelligente.

2) Cotidie – Bianco 2017 – Spiriti Ebbri – 13,90€. Scendiamo dall’Alto Adige fino in Calabria e troviamo questa cantina nata dalla passione per il vino di tre amici (3), che partono per farsi il vino che vogliono bere e finiscono per diventare un riferimento del mondo del vino calabrese con pratiche in vigna legate ai princìpi dell’agricoltura biodinamica. Qui siamo un bianco con un blend di TrebbianoMalvasia e Pecorello, con una leggera macerazione che confeziona un colore dorato brillante, un profilo aromatico di frutta gialla e fiori di zagara (che se non sai cos’è, qui hai un’ottima occasione per impararlo) e in bocca è speziato con una veloce mandorla sul finale. Ottimo intermezzo prima di passare ai rossi.

3) Sherazade – Nero d’Avola  2018 – Donnafugata – 10,90€. Come primo rosso, scendiamo ancora più a Sud e cominciamo con una sicurezza: cantina più che storica, capace di grandi numeri e, allo stesso tempo, di grande affidabilità qualitativa. Il loro Sherazade è un Nero d’Avola spensierato: colore appena violaceo, vestito di spezie leggere al naso e poi polpa succosa di frutti rossi per chiudere in bocca con tannini appena accennati e un leggero fumé. Non ho mai capito che diavolo voglia dire vino sincero, ma semmai avesse un significato, varrebbe per questa bottiglia. Voilà.

4) Carema “Etichetta Nera” 2016 – Produttori di Carema – 14,90€. Qui la faccio molto breve e molto facile. Nebbiolo a metà strada tra le Langhe e la zona dell’Alto Piemonte. Grandissimo, no anzi il migliore che potete trovare sotto i 15 euro (e non solo da Eataly). Vado all in su questo. Per capirci, casomai non fosse chiaro: sbrigatevi a farne scorta che finito di scrivere qui, scendo a prenderne un (altro) paio di cartoni.

5) Tintilia 2017 – Di Majo Norante – 13,90€ (5). Riscendiamo ancora a Sud, precisamente in Molise (sì, esiste, infatti ci fanno il vino). Cantina storica della regione, varietà autoctona che merita più di quanto non le viene concesso nel panorama nazionale. Chiudiamo insomma con un rosso di grande corpo, con un passaggio in legno di rovere, che non si risparmia: dal colore intenso e quasi impenetrabile, al corredo aromatico di frutti a bacca scura, sentori di humus e sottobosco, note di cuoio, spezie e radice di liquirizia, fino al sorso con tannini evoluti, morbido e vellutato.

Fine pasto e fine della terza puntata. Alla prossima, per continuare la scoperta delle enoteche genovesi e non solo.

Immagine di copertina:
Pixhere


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Nasce e vive a Genova, dove ha studiato Economia e altre cose noiose. Finisce a lavorare a Milano, dove ora insegna Sociologia della cultura all’Università di Milano-Bicocca. Nel frattempo, ha scritto di cibo e altre cose divertenti su riviste scientifiche, quotidiani on line (Genova24.it) e su qualche libro (Carocci Editore). Per il resto, si dedica a due discipline antiche: arti marziali cinesi e degustazione di vino.

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