Celso

A distanza, oltre la distanza: pillole di cultura e partecipazione attiva

Proposte letterarie, suggestioni poetiche e omaggi musicali dall’India alla Cina, dal Giappone all’Asia Centrale. Intervista a Alberto de Simone del CELSO.
26 Maggio 2020
8 min
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Nella difficoltà del momento, sospese tutte le attività didattiche in Istituto (Corsi, Seminari e Stages) e spostati a data da destinarsi tutti gli eventi ed iniziative pubbliche programmati (Mostre, Conferenze, Spettacoli), il CELSO conferma l’impegno, grazie al contributo di tutti i suoi docenti collaboratori, per tenere vivi la ricerca, l’insegnamento e la comunicazione.

[…] Viene attivato il Programma “INVITI ALLA LETTURA – Micro-conferenze, proposte letterarie, temi filosofici e suggestioni poetiche”. e “INVITI ALL’ASCOLTO – Omaggi musicali dall’India alla Cina, dal Giappone all’Asia Centrale”.

Recita così la mail che l’Istituto Celso ha inviato alla sua newsletter il 20 marzo, a cui sono seguite, ogni settimana, innumerevoli proposte – veramente accattivanti – di approfondimenti.

Si tratta di una serie di appuntamenti a distanza, attraverso la voce, i pensieri e le parole dei diversi docenti collaboratori, o la musica di alcuni dei grandi musicisti contemporanei dell’Asia con i quali l’Istituto ha collaborato.

Queste piccole pillole, offerte dalla casa, altro non sono che file audio della durata di quindici minuti, delle piccole pietre preziose che il Celso ha deciso di offrire a tutti.

Basta rispondere alla mail manifestando il proprio interesse et voilà, riceverai le tue pillole.

Abbiamo intervistato Alberto de Simone, direttore artistico e scientifico dell’Istituto insieme a Emanuela Patella, per sapere qualcosa di più su questa iniziativa e sull’Istituto.

Ciao Alberto, benvenuto nel nostro studio virtuale! Innanzitutto comincerei chiedendoti poche parole sul Celso: com’è nato, e cos’è?

L’Istituto è nato ormai ventisette anni fa, quindi ha una storia importante nel panorama culturale della città. All’origine è nato come una sorta di dipartimento universitario, visto che a Genova non esisteva un dipartimento di studi asiatici specifico.

È nato dall’unione di una serie di ricercatori come uno spazio destinato da una parte alla ricerca e dall’altro alla diffusione culturale in senso più ampio in quello che era, all’inizio, lo spazio canonico dell’Università.

Poi le cose sono andate decisamente oltre i confini iniziali perché l’Istituto ha sviluppato non solo collaborazioni con molti enti e istituzioni a livello nazionale e internazionale che vanno ben oltre il mondo universitario ma anche perché le attività che abbiamo sviluppato si sono allontanate dalla ricerca universitaria in senso stretto. 

Nel corso degli anni sono state fatte tantissime manifestazioni pubbliche anche molto grandi, tantissime attività tra spettacoli, concerti, convegni, cicli di conferenze, incontri, e poi tutta l’attività didattica.

All’attivo abbiamo circa ottanta corsi che vanno dai corsi di lingua e cultura di tutte le principali tradizioni dell’Asia fino alle sezioni di filosofia, arte, scienza e letteratura; a cui si è aggiunta negli anni anche una parte di laboratori che tratta il tema della calligrafia nelle principali tradizioni asiatiche, ma non solo.

La direzione artistica e scientifica a livello più alto è affidata a me e a Emanuela Patella, che siamo all’interno dell’Istituto dal lato della fondazione, poi abbiamo un comitato scientifico che è formato da una quindicina di persone e ci sono poi circa cinquanta altre personalità tra docenti e collaboratori fissi, oltre ai numerosi artisti con cui teniamo collaborazioni occasionali.

Potete vantare moltissime collaborazioni nazionali e internazionali, immagino che conti molto per voi intessere relazioni e fare networking con le diverse realtà culturali e artistiche, è giusto?

Le collaborazioni per noi sono sempre state un punto importante perché non portano solamente a realizzare progetti in comune, ma sono nate dall’esigenza di condividere un modo diverso di fare ricerca e attività culturale. Quindi la maggior parte delle nostre collaborazioni, a parte quelle istituzionali, sono con realtà che noi promuoviamo proprio per la particolarità della loro attività, dall’India alla Cina, al Giappone..

A proposito di questi giorni, invece: sono iscritta alla vostra newsletter e ho visto che inviate ai vostri contatti queste – trovo veramente – bellissime pillole. Si tratta di brevi audio di quindici minuti tenuti da docenti e professionisti che collaborano con il Celso, e fanno proprio compagnia in questo periodo un po’ strano. È una bellissima iniziativa, rara,  anche perché c’è da aspettarsi che in un periodo come questo enti come il vostro siano più in difficoltà di prima. Voi, nonostante la difficoltà, avete deciso di offrire gratuitamente le vostre pillole. 

Vorrei sapere qualcosa di più su come è nata e sviluppata l’idea, anche sulla modalità di diffusione: ho visto che diffondete le informazioni solo tramite la newsletter, e inviate i file con WeTransfer; perché, ad esempio, non avete scelto di pubblicare tutto sul sito, o sul canale YouTube?

Innanzitutto l’idea è nata mettendo insieme tre intenzioni: la prima intenzione – che più che altro è un presupposto – è che l’Istituto ha come obiettivo principale di essere un luogo di incontro  con tante occasioni di approfondimento fattive.

In questo momento la difficoltà logistica ha creato un’interruzione, ma vogliamo ricreare quell’idea di spazio dove c’è la possibilità di trovarsi e stimolarsi, dove ogni momento è un’occasione di approfondimento.

La seconda ragione è poi una sorta di paradosso, che è quello che dicevi tu, perché siamo partiti dalla constatazione che eravamo oggettivamente in una situazione di difficoltà; quindi abbiamo scelto di fare il contrario di quel che verrebbe da pensare: invece che chiedere, offrire. Quello che ci è sembrato bello era la voglia di dare tutto quello che potevamo dare.

La terza ragione che è strettamente collegata a questa, e ritorna sul tema generale anche delle collaborazioni di cui parlavamo, è che abbiamo scelto di farlo non soltanto mettendo in piedi un progetto ex novo, ma cercando di coinvolgere nel senso più ampio possibile tutti i nostri docenti e collaboratori.

Perciò abbiamo cercato di attivare un evento che potesse mettere in gioco non solo il Celso ma anche tutte quelle che sono per noi le anime della collaborazione. In questo senso è stata molto positiva la risposta non solo dei docenti, ma anche di tutti gli artisti che vivono in parti diverse del mondo.

C’è una grande partecipazione e ci fa molto piacere, ma soprattutto abbiamo la conferma che funziona.

Così provo a rispondere all’ultima tua domanda, cioè perché stiamo utilizzando questo tipo di canale: mandiamo, come sai, una prima comunicazione che è a largo spettro per tutti i nostri contatti, in cui ci sono alcune informazioni sull’iniziativa. Però se tu vuoi ricevere le registrazioni (il tutto gratuitamente e senza impegno di nessun tipo) se tu vuoi, devi chiederlo.

Ecco questa è quell’idea della partecipazione attiva che è importante, in cui crediamo. Non è solo una nostra proposta, ma anche chi sta dall’altro lato deve manifestare interesse.

Ovviamente negli ultimi tempi arrivano tantissime offerte spesso in maniera disorganica, quindi l’idea che tu ti prenda anche un attimo di tempo per dire “mi interessa”, e scegliere di ricevere, non è per noi solo un segno di apprezzamento, ma la conferma che il nostro pubblico è ancora attivo.

Celso
PARTHO SAROTHY – Sarod. Inviti all’ascolto – Omaggi musicali a distanza,
dall’India alla Cina, dal Giappone all’Asia Centrale, Celso – spettacoli

È veramente molto bello. Io ovviamente non mi sono tirata indietro e ho chiesto di ricevere! E assicuro tutti i timidi che ne vale davvero la pena. 

Invece vorrei chiederti, oltre al progetto degli inviti alla lettura, come sta affrontando la quarantena il Celso, cioè la didattica sta proseguendo? E i laboratori? Come vi siete organizzati? 

Ci sono diversi filoni. Oltre agli inviti alla lettura e alle micro-conferenze a distanza di cui abbiamo parlato, contemporaneamente c’è tutta l’attività didattica in senso stretto che non si è mai interrotta. Tutta la parte dei corsi annuali a tutti i livelli di lingua e cultura continua online che, come puoi immaginare, non è molto semplice, ma decisamente complessa.

La situazione ha richiesto il rimettersi in gioco di tutti i docenti che hanno dovuto non solo trasferire le lezioni in una didattica a distanza ma hanno dovuto riconfezionare riconfigurare completamente tutto il programma e il materiale.

Quindi la didattica per i corsi di lingua continua, e c’è una sorta di sperimentazione a distanza per la sezione laboratoriale di calligrafia cinese e giapponese, stiamo sviluppando dei materiali e delle proposte alternativi.

A questo proposito mi viene da domandarvi quali sono le vostre prospettive per la “fase tre” e anche in generale per il futuro dell’Istituto. È una domanda molto difficile a cui nessuno in questo momento sa rispondere, però sicuramente vi sarete fatti un’ipotesi su come poter ritornare: come se niente fosse oppure se effettivamente è cambiato qualcosa.

Questo dipenderà dalle condizioni generali. Come se niente fosse non ha senso ovviamente anche come atteggiamento culturale.

D’altro canto questa fase può essere interpretata in maniere diverse: può venire interpretata come uno iato, come una sospensione in attesa di ritornare in un ipotetico uguale a prima; oppure se questo almeno in tempi relativamente brevi non sarà possibile. Però questo lo vedremo con il tempo. Ovviamente tutta una serie di programmi si possono portare avanti e saranno potenziati e sviluppati, però altre cose no.

Appunto anche l’idea stessa dell’Istituto che è un luogo dove si viene a fare ricerca, dove si viene a incontrare le persone a interagire, dove c’è tutta la parte appunto laboratoriale, dove arrivano gli artisti dai vari paesi del mondo e c’è un contatto diretto, dove i musicisti che fanno un concerto il giorno prima vengono a fare un incontro e portano gli strumenti, e si toccano gli strumenti, si vede come funzionano e c’è la parte di trasmissione anche diretta: questo è così o non è fattibile.

Sono tutte cose che restano per noi colonna portante del Celso, perché configurano una scelta: non semplicemente trasmissione a distanza di eventi culturali, ma un modo di interpretare, vivere e condividere la cultura. E quindi questo è il nostro obiettivo, adesso, cioè capire in che modo rientrare a fare ciò che per noi è vitale. Lo vedremo. 

Quindi aspettiamo. Volevo farti l’ultima domanda, così, curiosità. Sicuramente questo è un momento difficile, come lo è per molti. Da quando è nato fino a questo momento il Celso ha passato altri momenti che possono essere, non dico analoghi, ma comunque di difficoltà, Oppure questo momento è il più difficile che abbia passato? 

Diciamo che questo è un momento in cui la difficoltà è più facile immaginarla come una difficoltà condivisa, nel senso che dipende da una situazione che stiamo vivendo in maniera diversa ma stiamo vivendo più o meno tutti.

Altri momenti di difficoltà possono essere stati momenti di difficoltà “propria”. L’Istituto in ventisette di anni di storia ha richiesto un impegno importante, tra i tanti progetti anche fuori dall’Italia, anche in collaborazione e cooperazione con altri paesi, sostenendo altre realtà ad esempio in India piuttosto che altri paesi dell’Asia.

Trovare i fondi per realizzare gli eventi, le mostre, le attività, è sempre un impegno grande che a volte risulta difficoltoso. Nessun momento di particolare sventura, però.

Certo, ho capito. E invece, dall’altra parte, ti viene in mente un momento o periodo più bello dell’Istituto, con più fortuna?

Il Celso è un processo in crescita: nel corso degli anni abbiamo raccolto sempre più persone interessate alla nostra attività, ma interessate non solo in maniera estemporanea: sono interessate alla comprensione di quelle che sono le scelte culturali dell’Istituto.

Quindi il “momento positivo” è in generale il fatto che questa realtà esista, e ormai sia una realtà molto solida e che l’apprezzamento sulle singole iniziative provenga da fronti molto differenti sia a livello nazionale che internazionale. Ma intendo dire che abbiamo una grande risposta dalle persone – tra virgolette – semplici, e c’è un rapporto molto ampio.

Adesso non ti resta che iscriverti alla newsletter di info@celso.org, manifestare il tuo interesse e ricevere le pillole di cultura orientale. Poi, non dovrai fare altro che farti ispirare, e contribuire a una cultura più attiva! 

Immagine di copertina:
Fortuna e sfortuna in Cina – Tra lingua e cultura, tradizione e modernità. Celso


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Membro del duo curatoriale Mixta con il quale si occupa di progetti artistici che siano attivatori sociali. Ha curato mostre, rassegne e festival negli spazi pubblici, nelle periferie e nei luoghi istituzionali della città di Genova. È anche fondatrice e CEO di Wanda, associazione per la trasformazione culturale, che accorcia le distanze tra le nuove generazioni e la cultura.

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